Sono stati proclamati e premiati mercoledì 22 novembre 2023, alle Scuderie del Quirinale, i 10 progetti, realizzati da fotografi e artisti visivi under 40, vincitori della Open Call sul paesaggio contemporaneo “L’Italia è un desiderio”, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e dal Mufoco Museo di Fotografia Contemporanea, con la collaborazione istituzionale di Scuderie del Quirinale e Fondazione Alinari. Annunciate anche 3 menzioni speciali.
Una sorprendente carrellata di narrazioni, di storie attraverso le immagini dedicate al paesaggio italiano, alla comprensione e al racconto dei luoghi, della quotidianità, dei riti, degli abitanti, dei paesi, degli spazi urbani, del lavoro domestico, delle zone industriali, di migrazioni e frontiere. Dalle montagne della Val di Susa alla Pianura Padana, seguendo la SS11, passando per le strade di Milano e le fabbriche di Sesto San Giovanni, salendo sui monti della provincia di Varese per poi arrivare in Veneto e risalire verso l’Altopiano di Asiago; e ancora, gli argini del fiume Secchia, il ponte Testaccio a Roma, la festa della Madonna della Bruna a Matera, le scogliere dell’antica città di Roca in Salento, gli ex-voto della cultura calabrese e l’entroterra siciliano.
Immagini, fotografie e video realizzati con le tecniche più innovative e creative, che restituiscono appieno la varietà e vivacità dei linguaggi visivi dei giovani fotografi immersi nella contemporaneità, alla continua ricerca di una lettura attiva, partecipe, complessa ed eclettica del paesaggio italiano in costante trasformazione e che indagano con spontaneità e naturalezza il rapporto tra esperienza, immagine e tecnologia nella società di massa.
Oltre 250 le candidature ricevute da ogni angolo d’Italia che sono state visionate dalla Commissione di valutazione composta da rappresentanti istituzionali ed esperti nell’ambito della cultura contemporanea: Matteo Balduzzi, Curatore scientifico Museo di Fotografia Contemporanea; Paola De Pietri, Fotografa; Carolina Italiano, Storico dell’arte Scuderie del Quirinale; Nicoletta Leonardi, Professoressa di Storia dell’arte contemporanea e Storia della fotografia, Responsabile della Fototeca Accademia di Belle Arti di Brera e Responsabile della Fototeca dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino; Matteo Piccioni, Storico dell’arte della Direzione Generale Creatività Contemporanea – Ministero della Cultura; Rita Scartoni, Responsabile Licensing e progetti Fondazione Alinari per la Fotografia.
Ciascuno dei dieci progetti selezionati riceverà un contributo di 5.000€ per la produzione e la cessione delle opere che entreranno a far parte delle collezioni del Mufoco – Museo di Fotografia Contemporanea.
I VINCITORI
– Mattia Balsamini (Pordenone, 1987) con Il suo buio speciale, per aver riportato l’attenzione su un caso significativo di relazione tra il paesaggio e la struttura economica e sociale di un territorio, in questo caso il Veneto, attraverso un lavoro che intreccia pura fotografia documentaria, relazioni personali e sperimentazione visiva con la tecnologia, in un utilizzo contemporaneo di tecniche analogiche e plastiche.
– Luca Boffi (Milano, 1991) con Mormorio notturno, per avere rintracciato alcune tematiche fondamentali legate alla trasformazione del paesaggio e al trascorrere del tempo in una fonte apparentemente neutra come una telecamera cctv fissa su alcuni pioppeti lungo gli argini del fiume Secchia, ricavando una serie di immagini asciutte e ritmate, caratterizzata da una decisa struttura concettuale.
– Letizia Calori (Bologna, 1986) e Violette Maillard (Bourg La Reine, Francia, 1984) con Diving into Poetry, per aver affrontato alcuni temi assoluti legati al paesaggio e all’esistenza – il mare, la geologia, la ciclicità della vita – con un progetto rigoroso e poetico, in cui sia un luogo e una situazione specifica, i tuffatori della Grotta della Poesia in Salento, si prestano a una lettura simbolica e universale.
– Andrea Camiolo (Leonforte, EN, 1998) con Per un paesaggio possibile, per avere avviato una riflessione sulla nozione stessa di paesaggio a partire da luoghi a lui prossimi, un paesaggio collinare dell’entroterra siciliano apparentemente privo di interesse, attraverso un procedimento di verifica e di messa in crisi delle modalità di rappresentazione del paesaggio che produce una serie di variazioni, delicate e coerenti, ricche di rimandi nella storia della fotografia e dell’arte.
– Marina Caneve (Belluno, 1988) con A fior di terra, per avere sviluppato, in un luogo specifico e circoscritto come il paese di Lusiana Conco sull’Altopiano di Asiago, un dialogo fertile tra l’artista e la comunità, tra la propria rigorosa pratica documentaria e i punti di vista plurali di un gruppo di adolescenti coinvolti nel progetto.
– Federico Clavarino (Torino, 1984) con Via Spaventa, per il notevole senso compositivo con cui ha saputo creare una serie di immagini spiazzanti e misteriose, ripercorrendo con continuità un contesto estremamente personale, via Spaventa a Milano, capace di mettere a confronto grandi questioni della città moderna come l’edilizia sociale e l’opera dei maestri dell’architettura con l’assetto ordinario e spesso incomprensibile degli spazi urbani.
– Tomaso Clavarino (Torino, 1986) con Padanistan, per avere compiuto una ricerca di ampio respiro su un territorio vasto e complesso come la pianura padana, restituendo con linguaggio asciutto, privo di retorica e attento ai dettagli un senso di spaesamento e di frammentazione che emerge da un viaggio negli spazi interiori ed esteriori lungo la statale Padana Superiore 11.
– Nicoletta Grillo (Vimercate, MI, 1991) con Scintilla, per avere affrontato il tema universale del lavoro in riferimento alle complesse questioni legate alla salute e alla pervasività nella vita domestica, generando con linguaggio poetico e simbolico e con il ricorso ad elementi performativi un cortocircuito tra l’architettura delle fabbriche di Sesto San Giovanni e la memoria personale e familiare.
– Jacopo Rinaldi (Roma, 1988) con Senza titolo, per un lavoro video che, a partire dal centro trasmittente di Campo dei Fiori in provincia di Varese, risulta capace di evocare ciò che nel paesaggio non è visibile pur risultando materia fondamentale della società, attivando una riflessione su vecchie e nuove tecnologie, telecomunicazioni, radiofrequenze, trasmissione di dati e di saperi.
– Caterina Erica Shanta (Landstuhl, Germania, 1986) con Il cielo stellato, per avere affrontato in modo innovativo ed efficace il tema del rapporto tra esperienza, immagine e tecnologia nella società di massa, dove il paesaggio esplode nelle miriadi di immagini che l’essere umano produce quotidianamente, grazie ad una restituzione fotogrammetrica collettiva dei carri di cartapesta distrutti durante la festa della Madonna della Bruna a Matera.
La Commissione stabilisce inoltre di attribuire una menzione speciale a tre candidati che, nonostante la giovane età, hanno sviluppato ricerche interessanti per qualità, originalità e importanza dei temi trattati: Noemi Comi (Catanzaro, 1996) con Demeter; Alessandro Di Lenardo (Moncalieri, TO, 2000) con Milieu; Marta Scagliusi (Roma, 1998) con Sospesi in superficie.
Ulteriori informazioni qui