Roma, 10 settembre 2015. La vicenda della mancata ratifica del nuovo cda della Fondazione Musica per Roma fa emergere un preoccupante quadro normativo che mette a rischio il funzionamento delle istituzioni culturali del Paese.
Il decreto Enti Territoriali, trasformato in legge il 6 agosto scorso, infatti, estende il limite di cinque componenti a tutti i consigli di amministrazione degli enti ed organismi pubblici, anche con personalità giuridica di diritto privato, cancellando la deroga prevista per le istituzioni culturali. Quindi, le più importanti realtà che rappresentano nel mondo l’eccellenza della cultura italiana, come ad esempio la Scala di Milano, e che funzionano grazie ad un’equilibrata governance pubblico-privata, ad un management di qualità, alla possibilità di accogliere nella gestione finanziamenti e competenze del mondo delle imprese, non potranno più proseguire nella loro missione in virtù di questa norma.
«Federculture – dichiara il presidente Roberto Grossi – ha più volte evidenziato le gravi ripercussioni sull’operato delle nostre istituzioni culturali di questi vincoli legislativi, per altro incomprensibili visto che la legge cui si richiamano (l. 122/2010) prevede la gratuità degli incarichi nei cda che, dunque, non gravano sulla finanza pubblica. E in questo senso avevamo sollecitato la deroga inserita nella legge di stabilità del 2014. Ora si fa un passo indietro che avrà durissime conseguenze per il settore culturale e per questo scriveremo al governo per chiedere un tempestivo intervento.
In merito, in particolare, all’Auditorium di Roma sottolineiamo che la Fondazione Musica per Roma non è un organismo pubblico, non è compresa nell’elenco Istat delle pubbliche amministrazioni e, quindi, non ricade nell’ambito di applicazione della legge 122 né nelle successive modifiche o deroghe. Come è noto, inoltre, la Fondazione ha un assetto gestionale di stampo privato e i componenti degli organi di amministrazione non percepiscono compensi, né rimborsi spese. Invitiamo, quindi, le istituzioni a confermare le scelte fatte sulle nomine del cda per salvaguardare la continuità dell’operato dell’Auditorium affinché possa proseguire con i risultati straordinari fin qui ottenuti per la città di Roma e il Paese.»