Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) ha recentemente realizzato il progetto Signa Maris, finanziato grazie ai fondi europei del PoIn “Attrattori culturali, naturali e turismo”, con il quale intende promuovere le ricchezze culturali, naturalistiche ed i sapori del territorio italiano attraverso la nascita di un nuovo sistema turistico che unisce ed integra mare e terra puntando soprattutto sul Sud Italia.
All’interno di tale sistema le marine sono intese come porte di accesso al territorio che consentono di fruire con una modalità nuova del patrimonio culturale e naturalistico dell’entroterra, il quale diviene parte integrante del valore esprimibile dal porto turistico stesso. L’obiettivo finale non è solo quello di creare una nuova modalità di accesso, ma realizzare una nuova offerta di prodotti turistici, nel quale l’esperienza del mare si coniuga con la visita alle eccellenze territoriali, generando flussi turistici aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti. Al momento si stima che il turismo marino, in termini di prodotto e occupazione, arrivi a costituire rispettivamente il 34,6% e il 47,3% dell’economia del mare, il cui moltiplicatore è pari a 1,9.
Sono 4 le regioni che hanno aderito al progetto SignaMaris: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia con 38 porti, con l’obiettivo di realizzare una nuova offerta di prodotti turistici nel quale l’esperienza del mare si coniuga con la visita alle eccellenze territoriali, generando un incremento di flussi turistici che vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti. Signa Maris inoltre ha realizzato una proposta di itinerari che è stata già comunicata ai mercati internazionali di riferimento, attraverso una nuova piattaforma tecnologica, mettendo a disposizione anche delle App mobili.
Federculture, da sempre impegnata nella promozione e valorizzazione dell’offerta culturale e turistica ha deciso di supportare lo sviluppo del progetto, realizzando indagini sul fenomeno del diportismo raccogliendo e sistematizzando le informazioni ad oggi disponibili sul movimento, così da avere un panorama di insieme più completo sul fenomeno, riuscire a segmentare la domanda e individuare i profili di riqualificazione dell’offerta.
Dalle fonti consultate si è evinto anzitutto che la quasi totale dei diportisti in Italia è di nazionalità italiana (98%), contro l’1,2% provenienti da altri paesi dell’Unione Europea e meno dell’1% da altri Stati. Una situazione in parte imputabile all’introduzione della tassa di stazionamento, avvenuta proprio nel 2012, la quale avrebbe contribuito in maniera determinate all’allontanamento dei diportisti stranieri, la cui quota nei marina prima si aggirava intorno al 15%.
Per quanto riguarda la dimensione della domanda, limitandoci a quella nazionale, il parco nautico è costituito da poco meno di 600mila imbarcazioni, cui corrisponde un numero di patenti nautiche attive leggermente superiore 654mila unità, concentrate per quasi 1/3 del totale nazionale nelle regioni attualmente interessate dal progetto Signas Maris: il 14,1% in Campania (prima regione italiana insieme con la Liguria), seguita da Sicilia (7.9%), Puglia (5,8%) e Calabria (3,6%)
La segmentazione del mercato del turismo nautico, peraltro, fa ritenere interessante un’ulteriore area di business legata al charterismo diportistico che presuppone l’impegno di nuovi operatori dal lato dell’offerta e può essere considerato un elemento da implementare per il successo del progetto anche i futuro.
I temi e gli obiettivi del progetto Signa Maris sono discussi anche all’interno di Ravello Lab, il forum europeo su cultura e turismo che si svolge a Villa Rufolo dal 22 al 24 ottobre, con approfondimenti nel tavolo di lavoro Il partenariato pubblico-privato per lo sviluppo locale a base culturale.