Con 138 voti favorevoli, 92 contrari e 10 astenuti, la Camera ha dato il via libera definitivo al disegno di legge contro gli ecovandali, dopo l’ok della scorsa estate del Senato. Con l’approvazione della Camera diventa legge il pacchetto delle sanzioni amministrative per fermare gli eco-vandali che hanno preso nel mirino i beni culturali per protestare contro l’impiego dei combustibili fossili.
Il nuovo testo di legge aggiunge delle pesanti sanzioni amministrative alle pene già previste dal Codice penale. Il testo di legge approvato prevede che chi si renderà responsabile di atti di distruzione, dispersione, deterioramento, o tali da rendere inservibile o non fruibile l’arte e i monumenti nazionali ne risponderà direttamente in prima persona dal punto di vista patrimoniale. In tali casi, troveranno applicazione la sanzione amministrativa da un minimo di 20 mila euro a un massimo di 60 mila euro immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali. Le nuove sanzioni scendono rispettivamente a un minimo di 10 mila e a un massimo di 40 mila euro per i comportamenti di deturpamento, imbrattamento o destinazione dei beni culturali a un uso pregiudizievole o incompatibile con il loro carattere storico o artistico. In base invece alla legge oggi vigente si applica la multa da 2.500 a 15 mila euro per i comportamenti più gravi e la multa da 1.500 a 10 mila euro per i fatti meno gravi.
I proventi derivanti dalle sanzioni amministrative di nuova introduzione saranno devoluti al Ministero della cultura per il ripristino dei beni danneggiati.
Oltre alle nuove sanzioni amministrative continuerà ad applicarsi la pena oggi prevista della reclusione da 2 a 5 anni nei casi di distruzione, dispersione, deterioramento o inservibilità dei beni mobili o immobili durante manifestazioni pubbliche. Per gli imbrattamenti e i danneggiamenti minori invece continuerà ad applicarsi la pena della reclusione da sei mesi a tre anni.
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