Il presidente di Federculture Andrea Cancellato e il direttore Francesco Spano sono stati auditi, il 15 gennaio, dalla VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame, in sede referente, del disegno di legge di conversione del decreto 27 dicembre 2024 n. 201, recante Misure urgenti in materia di cultura.
Federculture, come ha dichiarato il presidente Cancellato «condivide pienamente l’impostazione data al Decreto, di cui valutiamo positivamente la spinta propulsiva che con la sua approvazione il Ministero della Cultura ha voluto imprimere al settore. Il Decreto inaugura una visione ambiziosa dello sviluppo della cultura come bene comune. Rispetto a questa visione Federculture rimane a disposizione del Governo e del Parlamento per dare il proprio contributo allo studio di fattibilità, alla definizione e alla messa a punto di tutte le misure proposte».
Tra i diversi temi presenti nel testo di legge Federculture in particolare ha formulato alcune osservazioni relativamente all’art. 6 del DDL che interviene sul Bonus cultura 18app, sulla Carta del Merito e sulla Carta Cultura giovani. Nel 2025, le politiche di sostegno ai consumi culturali dei neo-maggiorenni attuate anche tramite strumenti di “carta elettronica”, compiranno 10 anni: un tempo di osservazione adeguato per analizzare e valutare l’impatto che tali strumenti hanno determinato rispetto agli scopi che il Legislatore si era con essi prefissato. Federculture invita a cogliere l’occasione di questo anniversario per fare un bilancio dell’esperienza passata e avviare una riflessione sul futuro di questi strumenti, finalizzata a meglio definire gli obiettivi dell’intervento pubblico e a mettere conseguentemente a punto misure sempre più efficaci ed efficienti, eventualmente anche tramite il concorso di risorse private aggiuntive messe a disposizione dagli esercenti accreditati, con l’obiettivo di ampliare sempre più la platea di giovani fruitori e incentivare i consumi culturali di queste fasce di popolazione.
Inoltre, al fine di promuovere la migliore attuazione del “Piano Olivetti per la cultura”, facendone l’occasione per liberare appieno il potenziale di tutte le forme di sussidiarietà orizzontale nel settore, Federculture propone da subito, utilizzando il veicolo del DDL in esame, il varo di un programma di rilancio degli strumenti di collaborazione pubblico-privata, nel segno della semplificazione, della certezza del diritto, dell’appropriatezza e dell’effettività del controllo pubblico. Tale programma dovrebbe comprendere, in particolare:
- Una delega al governo per la disciplina delle “fondazioni di partecipazione” e per la contestuale revisione e sistematizzazione della variegata normativa in materia di costituzione, “partecipazione” e/o finanziamento di fondazioni da parte di soggetti pubblici, nonché più in generale delle regole pubblicistiche applicabili a queste ultime;
- L’attuazione e la semplificazione del partenariato pubblico-privato “istituzionale” di cui all’art. 174 comma 4 del Codice dei Contratti Pubblici;
- Una disciplina organica e incentivante dei contratti di sponsorizzazione in ambito culturale, anzitutto sul piano fiscale.
Più in generale Federculture ha colto l’occasione odierna per rilanciare alcune proposte per il sostegno della cultura e dell’arte che includano segnatamente un pacchetto di misure fiscali volte a sostenere tutto il comparto della cultura, tra cui: l’armonizzazione dell’Iva per tutti i prodotti culturali; la detraibilità fiscale di tutte le spese culturali per libri, cinema, musica, teatro, mostre, musei, ecc., sul modello delle spese mediche e farmaceutiche; un piano di sostegno alle sponsorizzazioni culturali che ne sancisca in particolare la piena e certa deducibilità fiscale; il rifinanziamento e rafforzamento del Fondo Cultura presso l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, che ha dimostrato di moltiplicare per 7 e in alcuni casi per 9 le risorse impiegate negli investimenti materiali e immateriali a favore di soggetti pubblici e privati, assegnandogli una dotazione di 30 milioni anno per i prossimi 3 anni; l’ampliamento della possibilità di utilizzare i benefici di Art Bonus “liberalizzando” i soggetti che possono accogliere il finanziamento in modo da estenderlo anche al settore privato; l’introduzione di una disciplina delle plusvalenze conseguite sulla cessione di opere d’arte tra privati che bilanci le esigenze di tassazione della speculazione con quelle di tutela dei collezionisti; il recupero delle risorse derivanti da sponsorizzazioni collegate a scommesse e gioco d’azzardo e dagli utili delle società che li organizzano; la migliore applicazione della legge del 2%, anche valutando l’istituzione di un fondo a beneficio del Ministero della cultura a cui le imprese appaltanti debbano destinare il 2% dei costi di costruzione.
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