FEDERCULTURE: “VALORE CULTURA”, BENE L’APPROVAZIONE DEL DECRETO MA RIMANGONO PROBLEMI APERTI

FEDERCULTURE: “VALORE CULTURA”, BENE L’APPROVAZIONE DEL DECRETO MA RIMANGONO PROBLEMI APERTI

FEDERCULTURE: “VALORE CULTURA”, BENE L’APPROVAZIONE DEL DECRETO MA RIMANGONO PROBLEMI APERTI

L’approvazione definitiva alla Camera dei Deputati del decreto “Valore Cultura”, pur con alcuni elementi controversi, è un primo passo per rivedere su diversi aspetti la normativa di settore.
Il provvedimento affronta alcune situazioni di urgenza, come la crisi delle fondazioni lirico-sinfoniche, l’emergenza Pompei, i finanziamenti al cinema, ma sono ancora molti i problemi aperti che rimangono sul tappeto. A titolo di esempio, non si comprendono le ragioni per cui nemmeno in questo decreto è stato risolto il problema della permanenza di grandi istituzioni culturali – come la Biennale di Venezia, il Piccolo Teatro di Milano, il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Quadriennale di Roma – nell’elenco Istat che, equiparandole a pubbliche amministrazioni, ne comporta l’assoggettamento a limiti di spesa e di azione.
«Federculture – dichiara Roberto Grossi, Presidente di Federculture – chiede di riconsiderare in termini complessivi il tema della gestione dei beni e delle attività culturali e del rilancio del sistema di produzione e offerta che sta vivendo una delle fasi più negative del dopoguerra, non solo in conseguenza della ormai prolungata recessione economica, ma per orientamenti e deliberate scelte normative degli ultimi anni che hanno condizionato organizzazione e gestione di teatri, musei, biblioteche. L’indebolimento dell’offerta, l’aumento dell’iva che penalizzerà produzione e consumo con incrementi di costi e tariffe, il patto di stabilità che limita l’azione finanziaria dei comuni stanno deprimendo ulteriormente i consumi, anche culturali, delle famiglie. Federculture in questo senso ha proposto da tempo una detraibilità delle spese dei cittadini per cultura e istruzione. Per far ripartire il settore e il Paese – conclude Roberto Grossi – attendiamo dal ministro Bray e dal governo un ulteriore segnale coraggioso e concreto in questa direzione, a sostegno delle imprese culturali e creative, per incentivare l’occupazione e rilanciare i consumi.»