Legge di Stabilità, Federculture scrive a Bray e ai Sindaci italiani: serve un’azione condivisa per contrastare il declino delle politiche culturali

Legge di Stabilità, Federculture scrive a Bray e ai Sindaci italiani: serve un’azione condivisa per contrastare il declino delle politiche culturali

Legge di Stabilità, Federculture scrive a Bray e ai Sindaci italiani: serve un’azione condivisa per contrastare il declino delle politiche culturali

Federculture prosegue il proprio impegno sulla Legge di Stabilità, ora alla Camera, per modificare quegli aspetti della norma che avrebbero gravi ripercussioni sul settore culturale e in particolare sui servizi offerti ai cittadini dai Comuni e dalle aziende ad essi collegate.
La Federazione ha presentato i propri emendamenti in Parlamento e il Presidente Roberto Grossi ha inviato oggi una serie di comunicazioni al Presidente della Commissione Cultura della Camera Galan, al Sottosegretario MiBACT Ilaria Borletti Buitoni, al Ministro Bray, ma anche una lettera aperta a tutti i Sindaci italiani.
«Caro Ministro – si legge nel testo della lettera indirizzata a Bray – come sa, il disegno di legge di stabilità prevede per aziende speciali, istituzioni e società partecipate dagli enti locali […] l’applicazione di divieti o limitazioni già imposti all’ente locale di riferimento, come quelli riguardanti le assunzioni di personale, il contenimento delle politiche retributive e il divieto di attivare qualsiasi tipo di collaborazione tecnica anche temporanea. Un’applicazione indiscriminata di tali vincoli anche al settore culturale può comportare un grave peggioramento della qualità dell’offerta al cittadino. Le specificità che caratterizzano il nostro settore, in primo luogo la necessità di flessibilità, risultano infatti incompatibili con tali divieti […] Ingessare l’autonomia gestionale degli enti culturali significa snaturarli e renderli esclusivamente centri di costo incapaci di programmare le attività e sviluppare la produzione, oltreché allontanarli ulteriormente dai privati.»
Ai Sindaci Grossi esprime «profonda preoccupazione per le gravi conseguenze che alcune disposizioni previste nel disegno di legge di stabilità possono arrecare al settore educativo e culturale e che si inseriscono in un quadro generale di provvedimenti particolarmente penalizzanti emanati negli ultimi anni. […] Limiti di spesa, vincoli assunzionali, sottoposizione al patto di stabilità, sono solo alcune delle previsioni che rischiano di comportare un peggioramento dell’offerta culturale ai cittadini. E’ del tutto evidente che viene neutralizzato il processo di esternalizzazione avviato a partire dagli anni Novanta e che ha visto protagoniste modalità di gestione più efficaci e produttive. La conseguenza principale sarà l’impoverimento della capacità d’intervento dei Comuni che, proprio grazie alla nuova rete di strumenti più moderni e qualificati, hanno assicurato fino ad oggi il migliore presidio della funzione di servizio pubblico nel campo della cultura. […] Tutto ciò rischia di sparire in un’ottica miope che prevede come unica forma di gestione quella diretta, aggravando ulteriormente le responsabilità di gestione in capo alle amministrazioni e allontanando i privati che, fino ad oggi, hanno trovato nelle aziende e istituzioni pubbliche culturali un interlocutore attivo e credibile.»
Ricordando anche il sostegno all’azione di Federculture del Presidente dell’ANCI Piero Fassino, Grossi non esclude la possibilità di una mobilitazione generale nel paese se le norme non saranno modificate.
 
Scarica il testo integrale delle lettere al Ministro Bray e ai Sindaci italiani