Si è conclusa il 28 agosto l’edizione 2024 del “Premio Internazionale di Archeologia della Città di Ugento” con la consegna dei premi ad archeologi, ricercatori, divulgatori, restauratori senza i quali gli antichi reperti non potrebbero esprimere un valore universale.
I riconoscimenti sono andati alle personalità individuate dal Comitato Scientifico composto da Serena Strafella, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Brindisi e Lecce, dal direttore regionale della Direzione Regionale Musei Puglia, Francesco Longobardi, Stella Falzone, direttrice del MarTa, Maurizio Bisanti, della Fondazione Museo Civico di Rovereto, Umberto Croppi direttore di Federculture e Giovanni Mastronuzzi, direttore del Dipartimento Beni Culturali dell’Università del Salento.
Nel 1961, a Ugento, fu fatta una scoperta archeologica straordinaria: una statua in bronzo di Zeus, risalente al 530 a.C., venne alla luce durante i lavori di ampliamento di una casa privata. Questo capolavoro, realizzato con la tecnica della fusione a cera persa, rappresenta Zeus nell’atto di scagliare la folgore, un simbolo di potere e protezione. La statua, oggi conservata al Museo MarTa di Taranto, è divenuta uno dei reperti più preziosi della bronzistica tardo-arcaica.
Il legame culturale tra la capitale dell’antica Magna Grecia, Ugento e il Salento, si rinnova ogni anno attraverso il Premio Internazionale di Archeologia “Zeus”. Un evento di respiro internazionale dedicato ad archeologi di fama mondiale, giovani ricercatori, esperti di valorizzazione e promozione, nonché specialisti nel restauro e divulgatori, nato sotto gli auspici di uno dei reperti più iconici del MArTA, che rappresenta da sempre il valore storico e culturale delle civiltà del territorio: lo Zeus di Ugento.
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