Il presidente di Federculture Andrea Cancellato e il direttore Umberto Croppi sono stati auditi, il 5 ottobre, dalla VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati in merito al Disegno di legge sul Made in Italy “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy”.
I rappresentanti di Federculture hanno sottolineato come la federazione abbia da sempre auspicato un intervento normativo specifico e organico per il settore culturale e creativo, che negli anni è stato oggetto di un disomogeneo e spesso contraddittorio insieme di disposizioni. In questo senso è comunque positiva la presentazione del DDL, quale prima e unica iniziativa specificamente concepita allo scopo di mettere in campo strumenti in grado di dispiegare tutte le potenzialità di un settore imprenditoriale distintivo e di eccellenza, nel quale apposite disposizioni sono dedicate alle Imprese Culturali e Creative. Con l’approvazione di questo disegno di legge si potrebbe, inoltre, disporre la riorganizzazione di tutto il sistema delle “Fondazioni di Partecipazione”, principale forma giuridica delle imprese a partecipazione “pubblico/privata” del sistema culturale italiano.
Mettendo a disposizione i risultati della propria attività di studio, rappresentanza e progettazione nel settore delle attività culturali e creative, Federculture ha dato il proprio contributo formulando alcune osservazioni e proposte di modifica e integrazione del DDL in esame (artt. 19-22):
– INCLUSIONE DEI LAVORATORI AUTONOMI E DELLE IMPRESE DELLA FILIERA
Nella consapevolezza della complessità ed eterogeneità che contraddistinguono l’universo delle Imprese Culturali e Creative e delle conseguenti difficoltà che si incontrano nel cercare di definirne il perimetro la principale premura di Federculture è che nessuna componente di un siffatto universo rimanga esclusa dal campo di applicazione delle misure contenute nel DDL. Si propone pertanto di includere esplicitamente tra i destinatari delle previsioni legislative i lavoratori autonomi, anche in considerazione dell’importante ruolo che gli stessi rivestono nell’ambito del settore culturale e creativo. di estendere il campo di applicazione del DDL a tutte le imprese della filiera, ricomprendendovi anche quelle specializzate nella fornitura di servizi dedicati alle Imprese Culturali e Creative.
– L’ADOZIONE DEL CRITERIO DELL’ATTIVITA’ SVOLTA IN VIA ESCLUSIVA O PREVALENTE
Federculture propone, quale alternativa al criterio dell’oggetto sociale, l’adozione di quello dell’attività effettivamente svolta in via esclusiva o prevalente, già utilizzato in diversi ambiti di legislazione, al fine di evitare il rischio non solo di dilatare eccessivamente il campo di applicazione del DDL ma di mancare, prima ancora, gli ambiziosi obiettivi fatti propri dal DDL medesimo.
– L’ISTITUZIONE DI UN UNICO REGISTRO DELLE IMPRESE CULTURALI E CREATIVE
Federculture suggerisce di ridisegnare anche e soprattutto gli strumenti attuativi delle disposizioni in materia di Imprese Culturali e Creative proponendo, in alternativa a quanto disposto nel DDL, l’istituzione di un unico Registro speciale quale possano essere iscritte tutte le imprese, gli enti e i lavoratori autonomi in possesso dei requisiti, la cui tenuta sia affidata alle Camere di Commercio.
– L’AMPLIAMENTO DELLE MISURE FINANZIABILI
L’ultima proposta di integrazione formulata da Federculture attiene all’ampliamento delle tipologie di intervento finanziabili a valere sulle risorse individuate all’art. 21 del DDL.
Più in particolare, oltre ai contributi in conto capitale, si suggerisce di inserire la possibilità di concedere anche contributi in conto esercizio in favore delle imprese culturali e creative.
Tale proposta risponde alla finalità di consentire una maggiore flessibilità nel disegno delle “politiche industriali” del settore culturale e creativo, in coerenza con gli obiettivi macro e micro economici di volta in volta individuati quali prioritari in uno scenario in costante evoluzione.
«È certamente encomiabile la volontà dell’attuale Governo di adottare un approccio sistemico, presentando un disegno organico e strutturato su un tema complesso ed eterogeneo come il “Made in Italy” – dichiara a margine dell’incontro Andrea Cancellato, Presidente di Federculture. Federculture, in quanto associazione di rappresentanza delle imprese pubbliche e private del settore culturale ha da sempre auspicato il varo di un Testo Unico ed organico in materia di Imprese Culturali e Creative, quale strumento elettivo per realizzare una complessiva opera di ricognizione, revisione e innovazione della normativa di settore e così poter cogliere la complessità di tutte le molteplici e diversificate realtà che compongono l’universo delle ICC. Un intervento legislativo a nostro avviso non più rinviabile per realizzare, attraverso il riordino degli strumenti esistenti, un’importante opera di individuazione di risorse economiche da destinare in via stabile e continuativa al sostegno e al finanziamento di un vero e proprio modello di “politica industriale” anche per il settore culturale e creativo. Un settore strategico che, come ovunque riconosciuto, proprio grazie alla cultura della bellezza, della creatività, della tradizione e al tempo stesso dell’innovazione, dell’eccellenza qualitativa e al contempo della qualità della vita costituisce, nel loro inscindibile e irripetibile connubio, un tratto caratteristico fondamentale dell’identità italiana e rappresenta, di conseguenza, un patrimonio da preservare, difendere ed accrescere».