Il Comitato del Patrimonio mondiale dell’UNESCO lo scorso 27 luglio ha inserito la via Appia antica nella lista dei patrimoni dell’umanità, che è diventata così il 60esimo sito patrimonio dell’UNESCO che si trova in Italia, come sito “Via Appia. Regina Viarum”. Il Comitato ha approvato la candidatura a New Delhi, in India, dove dal 21 luglio e fino al 31 è in corso la sua 46esima riunione annuale: uno degli obiettivi era proprio esaminare le proposte d’iscrizione alla lista di 27 siti candidati, oltre a verificare lo stato di conservazione di 124 siti già iscritti.
La via Appia fu costruita dai romani tra il IV e il III secolo avanti Cristo per collegare Roma a Brindisi, ed è considerata una delle più notevoli opere di ingegneria civile della cultura antica.
La candidatura della via Appia a patrimonio dell’umanità dell’UNESCO era stata proposta dal ministero della Cultura italiano, insieme a una serie di amministrazioni locali ed enti culturali, nel 2022. Il successo della candidatura della Via Appia è il risultato di un intenso lavoro di squadra che ha coinvolto numerose istituzioni a vari livelli. In particolare, hanno partecipato al processo quattro Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), tredici Città metropolitane e Province, settantaquattro Comuni, quattordici Parchi, venticinque Università e numerose rappresentanze delle comunità territoriali. Anche il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede hanno svolto un ruolo cruciale nel sostenere la candidatura.
Nella lista sono entrati anche la residenza Ensemble Schwerin in Germania, il Niah National Park in Malesia, l’area archeologica di Al-Faw in Arabia Saudita, l’insieme scultoreo di Constantin Brâncuși a Târgu Jiu e le Frontiere dell’Impero Romano a Dacia, entrambi in Romania.