Arte e cultura sono da sempre tratti distintivi dell’identità italiana che rendono la nostra penisola famosa in tutto il mondo. Ma arte e cultura sono anche motori di crescita economica e sociale. Difatti, le industrie culturali e creative sono driver strategico di sviluppo sostenibile, non solo per il numero di posti di lavoro che offrono, ma anche per l’innovazione che promuovono nella società, l’impatto che generano in termini di inclusione e coesione sociale e il boost che rappresentano per altri settori dell’economia, dal turismo alla manifattura creative-driven.
Tuttavia, le potenzialità racchiuse in questi settori non sono sfruttate appieno, come evidenziano i report e le ricerche sul tema.

Le imprese del settore risentono di normative restrittive e di un sistema fiscale che non favorisce abbastanza la crescita della cultura. Per tali motivazioni si rende necessaria una riforma fiscale delle norme che impattano sui settori creativi e culturali.
In tutto questo si innesta la delega fiscale con cui il governo si è posto obiettivi di razionalizzazione e semplificazione oltre che di stimolo alla crescita economica del Paese.
Stanti queste premesse si ritiene, nello specifico, che le operazioni più urgenti da intraprendere riguardino i seguenti temi:

1. Detraibilità spese culturali
2. IVA sulle attività culturali
3. Inerenza delle spese per sponsorizzazioni culturali
4. Art bonus
5. Fondo per la cultura
6. Operazioni sul mercato dell’arte

a. IVA all’importazione di opere d’arte
b. Cessioni tra privati

Si sottolinea che le proposte avanzate vanno nella direzione di semplificare e razionalizzare la normativa esistente, promuovendo lo sviluppo dei settori creativi e culturali, ma prestando attenzione a non gravare sulle finanze dello Stato.

Su questi temi Federculture con l’apporto dello Studio BBS Lombard ha prodotto un corposo documento di analisi proposte puntuali, che è stato sottoposto anche al Parlamento e al Ministro.

Leggi e scarica il documento delle Proposte Federculture