Con l’entrata in vigore della legge 6 agosto 2015 n.125 il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo ha richiamato a sé la tutela del patrimonio librario, escludendo di fatto le Regioni, che negli ultimi 44 anni ne erano state le affidatarie.
Riteniamo che il “passaggio di competenze” potrebbe rivelarsi controproducente, sebbene il fine sia quello di rendere più efficaci e fluide, in tutto il territorio nazionale, alcune funzioni delicate come il rilascio delle autorizzazioni al prestito per mostre, ma anche al restauro o spostamento di manoscritti, libri e documenti pubblici e privati dichiarati di importante interesse storico, così come la concessione di attestati di libera circolazione o licenze di esportazione.
L’AIB denuncia la palese mancanza di un’adeguata valutazione degli aspetti organizzativi, come dimostra l’aver assegnato il delicato compito di tutela del patrimonio librario alle Soprintendenze archivistiche, i cui funzionari hanno formazione e competenze non adeguate perché semplicemente diverse da quelle dei bibliotecari, come giustamente hanno sottolineato i colleghi archivisti dell’ANAI.
Inoltre, di fronte alle acclarate mancanze di risorse (umane e degli apparati tecnico-scientifici) delle soprintendenze archivistiche per svolgere al meglio i loro compiti, l’escamotage dello Stato di trovare bibliotecari statali esperti con funzioni di supporto agli archivisti, evidenzia la mancanza di consapevolezza dei compiti profondamente differenti di bibliotecari e archivisti, e fa sorgere un doppio interrogativo: dove sono questi bibliotecari esperti se anche nelle biblioteche statali non c’è personale sufficiente per offrire agli utenti un servizio serio e degno di un paese civile? Se le 46 biblioteche del MiBACT tutelano decine di milioni di volumi e manoscritti, com’è possibile pensare di spostare anche un solo bibliotecario da queste ultime per affiancare le soprintendenze archivistiche?
Per questi motivi temiamo che il passaggio di competenze di tutela del patrimonio librario dalle Regioni allo Stato si riveli un flop clamoroso, mettendo seriamente in pericolo la tutela stessa di libri e manoscritti di importante interesse culturale della Nazione, che possono facilmente disperdersi, anche legalmente, vista l’adozione delle procedure del silenzio-assenso.
Auspichiamo dunque che, nell’identificazione dei profili e delle destinazioni dei 500 funzionari di prossima assunzione presso il MiBACT, si tenga conto della doppia necessità di migliorare il funzionamento delle biblioteche statali, nonché di potenziare con adeguate risorse la fondamentale attività di controllo e tutela, se si vuole riparare una rete che attualmente presenta diversi strappi.