Mercoledì 12 aprile presso il Ministero dei Beni Culturali si è svolta la presentazione delle “Raccomandazioni” di Ravello Lab 2015 – Colloqui Internazionali, il forum europeo su cultura e sviluppo promosso dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e da Federculture.
Come ogni anno, infatti, il lavoro di analisi dei partecipanti a Ravello Lab è confluito nel documento di proposta rivolto a Governo e Parlamento e alle Istituzioni europee illustrato da Alfonso Andria, Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e Comitato Ravello Lab e Claudio Bocci, Direttore Federculture e Consigliere delegato Comitato Ravello Lab, alla presenza di Silvia Costa, membro e già presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e del Ministro Dario Franceschini.
Sono state molte le riflessioni e le sollecitazioni rilanciate nel dibattito a partire dal contributo prodotto in questi anni da Ravello Lab, di cui è stata sottolineato l’importante ruolo di stimolo in sede nazionale ed europea nell’innovazione delle politiche culturali.
«La presentazione al Ministro della Cultura Dario Franceschini delle “Raccomandazioni” di Ravello Lab – ha dichiarato Alfonso Andria – premia lo sforzo di elaborazione dell’intera community impegnata, sin dal 2006, a declinare in proposte e strumenti utili al Paese il rapporto che lega Cultura e Sviluppo. Nell’edizione 2016 l’attenzione si è particolarmente concentrata sui temi della gestione integrata del patrimonio culturale, quale nuova opportunità di collaborazione fra i diversi soggetti istituzionali e tra questi e gli attori privati. Del resto, il recente G7 della Cultura ha evidenziato l’importanza che il Settore riveste anche sotto il profilo economico, contribuendo in modo determinante al pil e all’occupazione nel territorio dell’Unione Europea (3 mln di imprese, 12 milioni di persone impiegate nelle imprese culturali e creative, cioè il 7,5% della forza lavoro dei Paesi Membri). In questo scenario assumono speciale significato la partecipazione ai lavori di quest’oggi del presidente Vincenzo Boccia e l’ingresso di Confindustria, quale partner del Centro che presiedo e di Federculture, già dalla prossima edizione di Ravello LAB (19-21 ottobre): è un segnale eloquente della volontà di rinsaldare il rapporto positivo tra Impresa e Cultura. L’impegno comune contribuirà alla valorizzazione del nostro patrimonio e alla crescita dei territori in termini di inclusione, di sviluppo sociale e di ricaduta economica.»
E numerose sono le proposte emerse, su questi temi, tra cui spicca quella sottolineata da Claudio Bocci di «impegnare una parte delle risorse del PON Governance – che destina oltre 827 milioni di euro ad interventi di rafforzamento della capacità amministrativa e istituzionale, di modernizzazione della PA e di miglioramento della governance multilivello nei programmi di investimento pubblico – all’accrescimento della capacità di intervento dei diversi soggetti istituzionali (Soprintendenze e altre Amministrazioni pubbliche) interessati al potenziamento dei Piani di Gestione UNESCO in chiave di sviluppo culturale e turistico».
E’, difatti, cruciale, lavorare sulle potenzialità ancora inespresse del settore culturale, anche in chiave di promozione turistica, soprattutto nei territori riconosciuti dall’ UNESCO, attraverso processi di gestione integrata perché sebbene l’Italia possieda 51 siti Unesco, il numero maggiore a livello mondiale, siamo indietro nella competitività turistica. Il World Economic Forum nel Travel & Tourism Competitiveness Report 2017 ci colloca all’8° posto nella classifica generale e al 5° per competitività legata alle risorse culturali, ma scendiamo al 37° in quella relativa alle infrastrutture ICT e addirittura al 121° per il contesto imprenditoriale. E nonostante la nostra ricchezza culturale, conserviamo a fatica la 5° posizione al mondo per arrivi turistici internazionali insidiati dalle nuove destinazioni (la regione Asia e Pacifico nel 2016 è quella che cresce di più a livello mondiale, +8%), mentre la Cina che da anni ha superato l’Italia nelle classifiche internazionali – è ormai la seconda nazione nel mercato internazionale per fatturato turistico e la quarta per numero di arrivi turistici –, e minaccia con i suoi 50 siti Unesco il nostro “primato culturale”.
Sul fronte dello sviluppo della partecipazione dei cittadini alla fruizione del patrimonio culturale, – tema particolarmente sensibile nel nostro paese dove il tasso di “astensione culturale” è al 18,6%, ma in alcuni ambiti come la fruizione museale o teatrale oscilla tra il 70 e l’80% -, le sollecitazioni di Ravello Lab insistono sulla necessità di promuovere il diritto dei cittadini a partecipare allo sviluppo ed alla creazione di comuni esperienze culturali, incoraggiate dalla Convenzione di Faro.
«La cultura ci salverà – ha sottolineato Vincenzo Boccia – ma dobbiamo costruire un percorso insieme con senso di responsabilità e giorno per giorno. Il ruolo dell’industria culturale nel Paese è fondamentale per promuovere l’idea di una società inclusiva. Gli imprenditori devono uscire dalle loro fabbriche per contribuire e sentirsi parte di una comunità. Per questo serve un cambio di passo nelle politiche di promozione culturale, serve intensificare la collaborazione pubblico- privato e i momenti di contaminazione.»
Anche il ministro Franceschini a conclusione dei lavori ha sottolineato il legame tra cultura e crescita: «In tre anni il tema delle politiche culturali e l’opportunità degli investimenti in cultura hanno acquistato una centralità che un tempo non avevano, grazie a una crescente consapevolezza maturata in ampie fasce della realtà italiana, superando la cerchia degli addetti ai lavori. La cultura è crescita, lavoro e al contempo potente strumento di coesione attraverso la conoscenza di sé e degli altri e oggi, grazie all’opera compiuta in questo triennio, tutto questo è parte dell’agenda italiana per il futuro, come dimostra l’invito ricevuto lo scorso anno a rappresentare il Governo in qualità di Ministro dei beni culturali all’assemblea di Confindustria».